Nefroureterectomia robotica

Nel caso di pazienti con tumore delle vie urinarie superiori, la nefroureterectomia radicale rappresenta il trattamento chirurgico primario quando non è possibile ricorrere ad un intervento conservativo.

Nefroureterectomia robotica

Cos’è la nefroureterectomia?

Nel caso di pazienti con tumore delle vie urinarie superiori, la nefroureterectomia radicale, che consiste nell’asportazione completa del rene, della capsula adiposa circostante, dell’uretere e di una porzione di parete vescicale contenente l’imbocco dell’uretere (papilla), rappresenta il trattamento chirurgico primario quando non è possibile ricorrere a un intervento conservativo. L’obiettivo di questo intervento è la rimozione totale del tumore, poiché tende a recidivare lungo un percorso cranio-caudale.

Come si esegue una Nefroureterectomia ?

Tradizionalmente, l’approccio chirurgico “a cielo aperto” era il più utilizzato, ma oggi le tecniche mininvasive, in particolare la laparoscopia tradizionale o robot-assistita, sono quelle preferite. Nel caso della nefroureterectomia robotica, il paziente, dopo l’anestesia, viene posizionato sul lettino operatorio in posizione laterale, con il lato opposto agli organi colpiti dal tumore rivolto verso l’alto.

Vengono praticate sei piccole incisioni sull’addome per consentire l’inserimento degli strumenti laparoscopici e robotici, che vengono manovrati dal chirurgo e dal suo assistente. Dopo aver insufflato CO2 nell’addome per espanderlo, si procede con l’isolamento del rene e dell’uretere interessati dal tumore, insieme ai vasi sanguigni che li irrorano.

Vantaggi dell’approccio robotico per la Nefroureterectomia

Grazie alla visione tridimensionale e alla precisione dei micromovimenti degli strumenti robotici, che riducono il rischio di danneggiare strutture vitali circostanti, si recidono i vasi arteriosi e venosi renali e successivamente l’uretere.

In alcuni casi, soprattutto quando il tumore interessa la porzione terminale dell’uretere, può essere necessario rimuovere anche una piccola parte della vescica vicino all’imbocco ureterale (cosiddetta “pastiglia vescicale”), per poi suturare la parete vescicale. Infine, i campioni tumorali vengono estratti dall’addome e inviati per l’analisi istologica definitiva.

Oltre ai benefici durante l’intervento, l’approccio robotico offre anche il vantaggio di una ripresa più rapida del paziente, con una notevole riduzione dei tempi di degenza post-operatoria.

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