1. Che cos’è la vescica?
La vescica fa parte dell’apparato urinario e ha il compito di raccogliere l’urina e consentirne l’espulsione all’esterno del corpo.
La parete della vescica, di circa 0,5 centimetri di spessore, è composta da due strati:
- Uno interno, mucoso e con pieghe, che entra in contatto diretto con l’urina, e uno esterno, formato da tessuto muscolare liscio (muscolo detrusore), responsabile della contrazione vescicale.
- La parte inferiore della vescica, chiamata collo vescicale, prosegue nell’uretra ed è regolata da uno sfintere uretrale, che controlla l’apertura durante la minzione e la chiusura quando non è necessario urinare.
Di forma sferica, la vescica può variare nella dimensione in base alla quantità di urina accumulata, con una capacità media di 300-400 millilitri in un adulto.
2. Come si manifesta e quanto è diffuso il tumore della vescica?
Il tumore alla vescica si sviluppa a partire dalla trasformazione maligna delle cellule che rivestono l’interno dell’organo.
Spesso tende ad avere una forma papillare e possono infiltrare la parete vescicale. In altri casi, meno comuni, le neoplasie possono presentarsi in forma piatta o nodulare. Nel 95% dei casi, il tumore della vescica si manifesta come carcinoma a cellule uroteliali, anche detto carcinoma transizionale (TCC).
Esistono altre forme meno comuni di tumore vescicale, come l’adenocarcinoma e il carcinoma squamoso primitivo. Circa il 75% dei pazienti presenta una neoplasia confinata agli strati superficiali della vescica, e tra i pazienti più giovani (sotto i 40 anni) questa percentuale è ancora più elevata.
Il tumore della vescica rappresenta circa il 3% di tutte le neoplasie ed è la seconda forma più comune di tumore in ambito urologico, preceduto solo dal tumore della prostata.
In Italia sono stati diagnosticati 27.000 nuovi casi di tumore alla vescica, di cui 21.500 tra gli uomini e 5.500 tra le donne, confermando una maggiore incidenza nella popolazione maschile di età superiore ai 60 anni.
3. Quali sono i sintomi del tumore della vescica?
L’ematuria, ovvero la presenza di sangue nelle urine, è generalmente il primo segnale d’allarme del tumore alla vescica. Altri sintomi come la frequenza e l’urgenza urinaria, oltre alla nicturia (la necessità di alzarsi durante la notte per urinare), sebbene più comunemente associati a un ingrossamento benigno della prostata, possono anche indicare la presenza di un tumore vescicale.
Se il tumore si sviluppa nel collo della vescica, può manifestarsi con disuria ostruttiva (difficoltà a urinare) e stranguria (minzione dolorosa e intermittente). In casi avanzati, quando la neoplasia infiltra gli sbocchi degli ureteri, si può verificare una dilatazione dell’uretere e del rene, causando dolori lombari simili a quelli delle coliche renali.
4. Quali sono i fattori di rischio?
Il principale fattore di rischio è il fumo di tabacco, responsabile di circa il 50% dei casi. Esiste una correlazione diretta tra il fumo e lo sviluppo della neoplasia vescicale e sigarette a basso contenuto di nicotina non riducono il rischio. Attualmente, il rischio associato all’uso di sigarette elettroniche non è ancora stato adeguatamente studiato. Un altro importante fattore di rischio è l’esposizione professionale alle amine aromatiche, sostanze chimiche utilizzate in settori industriali come la produzione di vernici, metalli e derivati del petrolio. Questa esposizione è associata al 10% dei tumori vescicali.
La predisposizione genetica e la familiarità possono anch’esse influire sullo sviluppo della patologia. In rari casi, infezioni vescicali parassitarie, come quella causata dallo Schistosoma haematobium, endemico in alcune aree del Medio Oriente, rappresentano un fattore di rischio. Infine, l’esposizione a radiazioni ionizzanti aumenta il rischio di sviluppare un tumore alla vescica.
5. Come si fa diagnosi ?
La diagnosi del tumore alla vescica viene generalmente effettuata attraverso un’ecografia addominale con la vescica piena e una cistoscopia, spesso raccomandate dopo una visita urologica.
La cistoscopia è una procedura che prevede l’introduzione di un cistoscopio attraverso l’uretra per esaminare le pareti della vescica. Il cistoscopio può essere rigido o flessibile, con quest’ultimo più frequentemente usato negli uomini per ridurre il disagio e facilitare l’accesso. Durante la cistoscopia, la vescica viene riempita con soluzione fisiologica per distenderne le pareti e garantire una migliore visualizzazione. Viene anche applicata un’anestesia locale nell’uretra per minimizzare il fastidio. Questo esame permette di rilevare eventuali neoformazioni o anomalie nelle pareti vescicali. Prima della cistoscopia, è consigliabile eseguire un esame delle urine per la ricerca di cellule neoplastiche (citologia urinaria).
Se durante la cistoscopia la vescica risulta normale, il medico può comunicare subito l’esito al paziente. In caso contrario, se vengono rilevate lesioni sospette, si richiede un ricovero per effettuare una resezione endoscopica della neoformazione (TURB/TURV), al fine di rimuovere il tumore. Dopo la cistoscopia, è normale percepire dolore all’uretra o notare tracce di sangue nelle urine per uno o due giorni. In questi casi, il medico può prescrivere antidolorifici o antibiotici per prevenire infezioni. È raccomandato riposo e astensione da sforzi fisici o attività sessuale fino alla scomparsa dei sintomi. In caso di diagnosi di tumore della vescica, è necessaria una TAC addome-pelvi con mezzo di contrasto per escludere eventuali metastasi o la presenza di tumore nelle alte vie urinarie (come i calici renali e gli ureteri). Nel 3-5% dei casi, infatti, il tumore può diffondersi anche a queste aree. La TAC è parte integrante del percorso diagnostico dell’ematuria, anche se la cistoscopia risulta negativa, per escludere altre cause come neoplasie uroteliali o un tumore renale che coinvolge la via escretrice.
6. Come si classificano i tumori alla vescica
Nel 95% dei casi, i tumori della vescica originano dall’epitelio di transizione, il che li classifica come carcinomi transizionali o uroteliali. Questi tumori possono avere forma papillare o piatta e, in base alla loro capacità di penetrare la parete vescicale, si distinguono in:
- Tumori non muscolo-invasivi: confinati alla mucosa (stadi Ta e Tis della classificazione TNM) o alla sottomucosa (stadio T1).
- Tumori muscolo-invasivi: quelli che hanno invaso o superato la tonaca muscolare (stadi T2-T4 secondo TNM).
Oltre alla classificazione TNM, i carcinomi della vescica vengono valutati anche in base ai criteri di grado stabiliti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO), aggiornati nel 2004. Un’importante novità introdotta dalla classificazione più recente è la neoplasia papillare uroteliale a basso grado di potenzialità maligna (PUNLMP). Questa tipologia non mostra caratteristiche citologiche di malignità, poiché le cellule appaiono normali, ma con una struttura papillifera.
La distinzione tra tumori muscolo-invasivi e non muscolo-invasivi è fondamentale per guidare il trattamento e la prognosi, poiché i primi richiedono terapie più aggressive rispetto ai secondi, che spesso possono essere trattati con resezione endoscopica.